Tutti all’isola di San Giulio

Vedo appeso alla vetrina del banco frigo in latteria un foglio colorato, stampato di fresco, con una romanticissima alba a tinteggiar di rosa il cielo sopra al lago D’ Orta.

Reclamizza una gita in pullman poco distante dal lago Maggiore: un incantevole angolo d’Italia incastonato tra le montagne, con le sponde abbellite da graziose ville e giardini eleganti.

Un gioiello che ha ispirato molti scrittori ma che a me, al contrario, ricorda la gita scolastica della classe quarta elementare.

Si partì con il pullman ad un’ora indecente diretti a Orta con emozionante attraversata in battello per raggiungere l’isola di San Giulio che sorge quasi al centro del lago.

La leggenda narra che era abitata solo da serpenti e un drago fino a quando Giulio vi costruì una chiesa rispettando così un voto fatto anni prima. Sull’Isola di San Giulio abitarono solo personaggi importanti: santi, duchi, regine, vescovi. Ancora oggi è un posto esclusivo. Si raggiunge da Orta in pochi minuti di barca.

E fin qui tutto perfetto: una gita istruttiva e per la maggior parte di noi bambini, la prima volta sul battello. Tutti a poppa a guardare la scia di schiuma!

Il programma prevedeva la visita della basilica dove si possono ammirare opere d’arte tra cui affreschi di varie epoche e uno stupendo pulpito, un vero gioiello. E qui ancora tutto scorreva liscio come l’olio.

Poi, senza preavvisi ci si mise tutti in fila per visitare la cripta sottostante che conservava in una teca le spoglie del Santo.

Voi penserete che a queste parole non si dovrebbe aggiungere altro, ma vi ricordo che erano parole rivolte a bambini di dieci anni e a quell’età l’attenzione dura poco più di un gatto in autostrada!

Scesi le scale guardandomi intorno affascinata dall’oro dei dipinti e dal bianco dei marmi, senza domandarmi cosa potesse essere una teca e tanto meno delle spoglie.   Luce diffusa e il silenzio rotto dalla nenia di alcune suore che sgranavano il rosario. Arrivai nella zona in cui la luce era più intensa e in una bellissima scatola di vetro c’era lo scheletro di San Giulio vestito con abito talare di velluto rosso.

Mi si raggelò il sangue nelle vene. Mai vista in vita mia una cosa così spaventosa e schifosa. Ma io mi chiedo: come non si possono preparare dei bambini alla visione di un’immagine così reale e cruda (“secca” per la precisione!)?

Sentii una morsa allo stomaco e d’istinto mi voltai velocemente per togliermi quell’immagine da davanti agli occhi. Girandomi, mi trovai vicino un bambino che (non curante dello scenario e del fatto che fossimo in Chiesa) stava sbranando con avidità un cannolo alla crema.

Ci credete che sono trentacinquenne anni che non ho più assaggiato un cannolo?

 

3 risposte a “Tutti all’isola di San Giulio”

  1. 💗 bellu pulin! hai ragione, povera bambina.
    pero a leggerla mi sbellico pensando alla tua faccia quando la racconti.
    con il fularino poi.😂😍

    1. Pensa dove sarei potuta arrivare mangiando anche i cannoli!!!
      E la tua è solo invidia perchè il foulard in testa non serviva solo ad individuare tutte le bambine della classe anche a distanza con una sola occhiata, ma per dare loro anche un elegantissimo tocco bohemienne …Audrey Hepburn avrebbe apprezzato!

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